Quesito del 14 aprile 2025
In riferimento ad un’area classificata come zona agricola dal Piano Regolatore Generale, si chiede se, ai fini dell'applicazione del comma 5 dell’art. 51 della L.R. Calabria n. 19/2002, il quale stabilisce che: “È consentito l’asservimento di lotti non contigui ma funzionalmente legati per il raggiungimento dell’unità colturale minima…”, sia rilevante che la titolarità dei lotti sia intestata a un soggetto giuridico (azienda agricola), oppure se la norma sia applicabile anche nel caso in cui i lotti risultino di proprietà di una persona fisica, purché quest’ultima presenti la richiesta di permesso di costruire in qualità di titolare dell’azienda agricola.
Quesito del 8 aprile 2025
Si richiede al Settore competente la modifica della destinazione d'uso di un capannone, attualmente destinato al commercio all'ingrosso, al commercio al dettaglio. L'immobile è stato costruito in seguito a una Concessione Edilizia rilasciata nel 1990, con destinazione d'uso per il commercio all'ingrosso di alimentari, comprendente celle frigorifere per la conservazione dei prodotti, uffici e una cabina elettrica. Il certificato di agibilità è stato rilasciato nel 1991. Al momento del rilascio della Concessione Edilizia, l'area era classificata come zona residenziale estensiva nel Programma di fabbricazione vigente. Oggi, tuttavia, l'immobile ricade in zona agricola secondo il Piano Regolatore Generale (PRG) attuale, che stabilisce che tale zona può essere utilizzata esclusivamente per attività agricole, vietando espressamente insediamenti commerciali o artigianali non collegati alle attività agricole, come previsto dalle norme tecniche di attuazione del piano e dall'art. 51 della L.R. Calabria n. 19/2002. In questo contesto, si chiede se sia possibile autorizzare il cambio di destinazione d'uso del capannone, da commercio all’ingrosso a commercio al dettaglio, tenendo conto che tale trasformazione comporterebbe vantaggi economici legati all’utilizzo dell’immobile, ma potrebbe anche generare maggiori oneri sociali, in contrasto con il quadro normativo vigente. Si chiede inoltre se, nel caso in cui il cambio di destinazione venga autorizzato, sia possibile consentire in zona agricola l'apertura di attività commerciali non connesse all’attività agricola o di allevamento.
Quesito del 24 marzo 2025
Premesso che l’Ufficio Tecnico del Comune ha avviato un procedimento per presunta lottizzazione abusiva funzionale, ai sensi dell'art. 30 del T.U. Edilizia, in quanto un insediamento autorizzato come "Villaggio turistico" a destinazione mista (50% R.T.A. + 50% C.A.V.) è stato invece interamente realizzato come 16 C.A.V. autonomi e residenziali, senza edifici R.T.A. e senza i servizi comuni e le opere di urbanizzazione previste dalla relativa Convenzione urbanistica; Premesso che, di conseguenza, l'Ufficio Commercio comunale ha annullato in autotutela la SCIA commerciale, ma il TAR ha sospeso tale annullamento per mancata definizione del procedimento edilizio; Tutto ciò premesso, si chiede di sapere quali provvedimenti l’Ufficio Tecnico debba adottare una volta accertata la lottizzazione abusiva funzionale, in particolare se sia necessaria un'ordinanza di demolizione o ripristino dei luoghi e quali contenuti repressivi debba prevedere per chiudere il procedimento edilizio in questione.
Quesito del 11 marzo 2025
Il regolamento della Regione Marche n. 2/2016 per l'esercizio dell'attività di tatuatore, all'art. 4, comma 2, stabilisce che l'altezza dei locali non debba essere inferiore a 2,70 metri, salvo diverse disposizioni contenute nei regolamenti edilizi comunali. Il regolamento edilizio comunale del 1992 prevede deroghe per le altezze nei centri storici, mentre il successivo regolamento comunale specifico per le attività di tatuatori, approvato nel 2022, non contempla tali deroghe. Si chiede se le deroghe previste dal regolamento edilizio comunale possano comunque essere applicate alle attività di tatuatore, in virtù di una possibile prevalenza gerarchica del regolamento edilizio comunale rispetto a quello specifico di settore.
Quesito del 10 marzo 2025
Un cittadino ha chiesto a questa amministrazione l'ampiezza massima di un'apertura per un magazzino su strada. Non sono riuscito a trovare indicazioni precise riguardo alle misure massime o minime. È corretto che non esistano normative specifiche in merito?
Quesito del 26 febbraio 2025
A seguito di un’alluvione, il crollo di un ponte sul rio ha isolato una borgata. Si sta procedendo alla ricostruzione di un nuovo ponte di collegamento, unico accesso per raggiungere l’abitato. L’IVA applicabile ai lavori di ricostruzione può essere considerata al 10%? Tale intervento può rientrare tra le opere di urbanizzazione primaria?
Quesito del 20 febbraio 2025
Il Regolamento Urbanistico comunale stabilisce la classificazione degli edifici, dei complessi edilizi e delle consistenze edilizie in base a una valutazione che considera la qualità architettonica, il valore storico-testimoniale, le caratteristiche morfo-tipologiche delle costruzioni e il loro rapporto con il contesto. A tale Regolamento è allegata la Schedatura del patrimonio edilizio, che censisce tutto il patrimonio edilizio esistente, assegnando a ciascun edificio una classe di appartenenza e indicando le categorie di interventi consentiti. Il Regolamento disciplina esclusivamente il caso degli edifici privi di classificazione (non censiti), per i quali è prevista una procedura specifica di classificazione su istanza di parte. In assenza di una disciplina specifica, si chiede se il Consiglio comunale possa modificare la classificazione di un edificio già censito senza che tale modifica costituisca una variante al Regolamento Urbanistico.
Quesito del 2 dicembre 2024
Si chiede se, nel caso in cui il PGT comunale non indichi una distanza specifica da rispettare dai confini per una piscina interrata in muratura, sia possibile adottare come riferimento l'articolo 891 (distanza dai fossi, pari alla profondità) o l'articolo 889 (distanza dalle cisterne, pari a 2 metri)
Quesito del 21 novembre 2024
Negli edifici residenziali privati, il requisito della visitabilità può ritenersi soddisfatto se un servizio igienico ha una larghezza di soli 150 cm, con i sanitari allineati lungo un’unica parete e uno spazio frontale maggiore di 80 cm per la manovra?
Quesito del 14 novembre 2024
Si chiede se l'IVA al 10% possa essere applicata anche agli interventi di manutenzione straordinaria, o se tale aliquota sia riservata esclusivamente a lavori su edifici con vincolo architettonico, come indicato nell'interpello del 07/11/2024.
Quesito del 8 novembre 2024
Quale IVA si applica sui lavori di manutenzione straordinaria degli ambulatori pubblici ATS: 22% o 10%?
Quesito del 16 ottobre 2024
Il 25/07/2023, a causa di una grandinata, la copertura della casa di riposo ha subito danni significativi, richiedendo un intervento di manutenzione straordinaria. Secondo la convenzione tra il Comune e la cooperativa gestore, le opere di manutenzione ordinaria e straordinaria sono a carico del concessionario. Tuttavia, il concessionario sostiene che, non essendo prevista una polizza specifica per eventi eccezionali e non richiesta dal Comune, l'intervento dovrebbe essere a carico dell'ente proprietario. Può questa situazione giustificare il trasferimento dell'onere della manutenzione straordinaria al Comune?
Quesito del 16 ottobre 2024
Vorrebbero realizzare una scala esterna all’interno del centro storico per accedere a un’unità immobiliare al primo piano, che sarà oggetto di futura ristrutturazione. Questa scala sarà costruita in un cortile privato, a circa 3 metri dal confine con altre proprietà. Le norme tecniche stabiliscono una distanza minima di 5,00 metri dal confine di proprietà (Dc) per gli interventi di nuova costruzione e/o ampliamenti. Inoltre, tali norme indicano che ai fini del rispetto della distanza si devono considerare anche balconi, terrazzi, poggioli, scale esterne e pensiline, escludendo gli aggetti di natura meramente ornamentale, di rifinitura o accessori. La costruzione di una scala esterna in ferro rappresenta una nuova costruzione e deve rispettare la distanza minima di 5 metri dai confini o quella di 1,5 metri prevista dal Codice Civile?
Quesito del 14 ottobre 2024
Una tettoia fotovoltaica situata in una zona produttiva, destinata a coprire alcuni parcheggi, deve essere considerata una costruzione? È soggetta a vincoli di distanza dai confini e dai fabbricati?
Quesito del 3 ottobre 2024
È stata depositata presso questo Ente un'istanza di Permesso di Costruire in variante rispetto a un precedente permesso, le cui opere sono state avviate nei termini di legge. Dalla verifica della documentazione agli atti è emerso che, pur avendo il proprietario provveduto al pagamento del contributo di costruzione, alla trasmissione della notifica preliminare di inizio lavori all'ATS e al deposito sismico, non è stata però effettuata la comunicazione di inizio lavori al Comune. Alla luce di ciò, si richiede se la mancata comunicazione di inizio lavori entro un anno dal rilascio del titolo abilitativo comporti automaticamente la decadenza dello stesso, oppure se, qualora sia dimostrabile che i lavori sono effettivamente iniziati nei termini previsti, tale omissione sia da considerarsi semplicemente un'inadempienza di una condizione del titolo abilitativo, soggetta quindi all'applicazione di una sanzione.
Quesito del 5 settembre 2024
Questo Ente ha intenzione di destinare la quota del 100% degli oneri di urbanizzazione secondaria per finanziare la realizzazione degli edifici di culto e delle attrezzature destinate a servizi religiosi, come previsto dagli artt. 70-73 della L.R. 12/2005, mediante contributi alle confessioni religiose che ne facciano richiesta. In questo modo, al Comune rimangono solo gli oneri di urbanizzazione primaria e il costo di costruzione. Il Comune, in questo caso, può utilizzare gli oneri di urbanizzazione primaria per opere di urbanizzazione secondaria (ad esempio, la sistemazione straordinaria delle scuole)?
Quesito del 5 settembre 2024
Considerato che l'art. 110, comma 1, della legge regionale Toscana n. 65/2014 stabilisce un termine massimo di 10 anni entro il quale un piano attuativo deve essere realizzato, e tenuto conto che tale termine si riferisce alla durata iniziale, definita nell'atto di approvazione del piano attuativo stesso, è possibile adottare una delibera consiliare che approvi la proroga (insieme al relativo schema) di una convenzione urbanistica decennale in scadenza, relativa a un piano attuativo ai sensi della normativa regionale sopra menzionata? In caso affermativo, quali motivazioni specifiche devono essere indicate nella richiesta di proroga da parte dei soggetti privati attuatori?
Quesito del 7 agosto 2024
Il Comune con Deliberazione del Consiglio comunale, nel 2020, ha individuato il patrimonio edilizio dismesso con criticità ai sensi degli artt. 40, 40-bis e 40 ter della L.R. n. 12/2005. Ai sensi del comma 4 dell’art. 40-bis: - i titoli abilitativi devono essere presentati entro tre anni dall’efficacia della deliberazione comunale; - i comuni, con apposita deliberazione consiliare possono prevedere un termine di presentazione anche diverso da quello di cui al precedente periodo, comunque non inferiore a ventiquattro mesi e non superiore a cinque anni dall’efficacia della deliberazione assunta. La nostra Amministrazione non si è accorta che la validità di tale deliberazione è terminata nel 2023. Attualmente, sarebbe possibile individuare il patrimonio edilizio dismesso con criticità con le agevolazioni sia edilizie che di oneri previste dai succitati articoli?
Quesito del 2 agosto 2024
Nel 2015 è stato rilasciato un permesso edilizio e contestualmente sono stati corrisposti dal privato una quota di oneri di urbanizzazione primaria, secondaria e costo di costruzione. Ora il privato, che non ha realizzato l’intervento, chiede il rimborso. Tale rimborso è dovuto?
Quesito del 24 giugno 2024
In data 10.06.2021 è stato rilasciato il permesso di costruire per la realizzazione di un parcheggio aziendale di circa 10.000 mq. Vi era a monte un piano attuativo. Considerato il momento di difficoltà sia economico che di reperimento dei materiali, il titolare del permesso di costruire ha richiesto in data 10.06.2022 la proroga per l’inizio lavori, la quale è stata concessa con nuova scadenza al 10.06.2023. Successivamente il titolare in data 29.05.2023 ha richiesto una nuova proroga, la quale è stata concessa con nuova scadenza al 10.06.2024. Sarebbe possibile concedere una nuova proroga sulla base della L. 11/2024? I trenta mesi citati da che data decorrono? Inoltre la ditta ha presentato la richiesta in data 12.06.2024, oltre i termini di proroga concessi, è possibile accettarla?
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