Questo Ente ha ricevuto la richiesta di matrimonio da parte di una cittadina nigeriana titolare di permesso di soggiorno per protezione sussidiaria (residente in un altro Comune), che intende sposarsi con un cittadino residente in questo Comune. Dalla circolare n. 1 del 12 gennaio 2022 del Ministero dell’Interno (Dipartimento per gli Affari Interni e Territoriali), risulta che i titolari di status di rifugiato riconosciuto in Italia possono presentare una dichiarazione sostitutiva di stato libero ai sensi del DPR n. 445/2000, autenticata dall’Ufficiale di Stato Civile, senza necessità di produrre un nulla osta dal Paese d’origine. Tuttavia, una comunicazione dell'UNHCR chiarisce che questa procedura vale solo per i rifugiati. Per i titolari di protezione sussidiaria, è prevista invece la possibilità di presentare un atto notorio firmato in Tribunale o davanti a un notaio, oppure una dichiarazione sostitutiva di atto di notorietà, in cui si spieghino i motivi per cui non è possibile ottenere il nulla osta dal Paese d’origine. Qualora l’Ufficiale di Stato Civile rigettasse la richiesta, gli interessati potrebbero presentare ricorso al Tribunale affinché il giudice accerti l'assenza di impedimenti e ordini la pubblicazione delle nozze. Questo Ente deve considerare il rigetto della richiesta come un atto dovuto o vi sono elementi per valutare diversamente la questione?